Fumar la pipa non è peccato.

Artigianato dalla passione alla creazione di opere d’arte, a Lodrino le pipe sono regine in un atelier a loro dedicato

Katia Barbone

Maurizio Massera al tornio nell’atelier della pipa. (K. Barbone)

Uno è medico dentista, l’altro tecnico delle Ferrovie Federali Svizzere. Ad accomunarli, oltre all’amicizia decennale, c’è la grande, grandissima passione per le pipe. Una passione che li spinge a passare gran parte del loro tempo libero (con il benestare di mogli e figli, naturalmente) a progettarle prima, e a costruirle poi. Operazioni che Marco Albertoni e Maurizio Massera svolgono in un piccolo ma confortevole locale a Lodrino: «l’Atelier della pipa». w qui li incontriamo tra tornio, banconi e pezzi di legno pronti per essere lavorati, dietro le vetrine illuminate che mettono in mostra le loro creazioni. Si tratta in alcuni casi di vere e proprie opere d’arte, tra cui una decina di ritratti di personaggi famosi intenti a gustarsi una bella fumata: da Cary Grant a Stalin.

«wntrambi siamo appassionati di questi oggetti, tanto che Maurizio possedeva già un suo laboratorio purtroppo andato distrutto in un incendio. Un duro colpo che lo ha portato a non volerne più sapere di pipe per molto tempo» esordisce Marco Albertoni. «È stato solo dopo varie insistenze da parte mia che ha ceduto tornando sulla sua decisione e così, nel settembre del 2009, abbiamo aperto questo piccolo atelier nel quale le persone possono acquistare le nostre pipe, commissionarle o farle riparare».

Un luogo pieno di fascino che riporta a un rituale lento e solenne e dove la creatività, l’ottima manualità e la pazienza sono prerogative di un artigianato poco usuale alle nostre latitudini. Ma gli estimatori ci sono, eccome. grazie al passaparola e a Internet Marco Albertoni e Maurizio Massera, affiliati alla Glati (Federazione delle associazioni di artigiani del Ticino, scioltasi in data 18.05.2017) hanno in mostra nel loro negozio di Dongio alcuni loro oggetti. Si sono infatti creati una certa clientela che contempla sia il collezionista vero e proprio sia il classico fumatore. vi tutte le età e di entrambi i sessi.

«Sì, ci sono persone che addirittura non fumano ma vogliono possedere un oggetto particolare, con una forma magari stravagante. Poi ci sono i fumatori veri e propri tra i quali figurano anche delle donne a cui abbiamo dedicato la linea “Lady”» continua Maurizio Massera. «Il nostro mercato è prevalentemente quello ticinese, ma siamo contenti di essere riusciti a vendere una nostra pipa anche in Italia. vi solito riusciamo a produrre una media di due o tre pezzi al mese e il lavoro varia dalle 6-7 ore per le pipe più semplici alle 20 ore per le più complesse». Come ad esempio il trittico commissionato da un cacciatore che ha fatto incidere sul camino la sagoma di altrettanti animali prede delle sue bandite.
Tutti, comunque, pezzi unici costruiti a mano e prevalentemente con radica di erica arborea proveniente in parte da yalerna, un paese della Calabria dove spesso proprio Marco Albertoni si reca per eseguire l’estrazione del materiale utilizzato per i loro progetti.

«Il ciocco, parte della radice, viene tagliato in forme prestabilite (abbozzi), fatto bollire per togliere i tannini che rendono amaro il legno, dopodiché lo si lascia stagionare per circa due anni». Solo allora il pezzo di legno può essere lavorato. Si inizia con la foratura del camino, in seguito con quella del cannello e infine si passa alla forma. Il costo di una pipa, il cui pregio si riconosce dal colore del legno non mascherato da colori artificiali e dalla venatura perpendicolare (fiammata), può variare dai 175 ai 350 franchi proprio per il tipo di legno usato.
I complimenti fioccano perché «la gente apprezza la qualità dei nostri oggetti e questo dà una grande soddisfazione» conclude Maurizio Massera.